Don Antonio ci spiega il ruolo che andrà a ricoprire

Sul numero del 23 ottobre de "Il Domenicale di san Giusto"

Pubblichiamo qui di seguito l’articolo apparso su Il Domenicale di san Giusto, Newsletter settimanale della Diocesi di Trieste, in cui don Antonio ci presenta il ruolo che andrà a ricoprire, come padre spirituale, nel nostro seminario.

Mi è stato chiesto di spiegare in modo semplice chi è e che cosa fa un padre spirituale in Seminario. Questa domanda arriva dopo che il sottoscritto è stato chiamato a prestare questo servizio nel Seminario Interdiocesano delle Diocesi di Gorizia, Trieste e Udine, che si trova a Castellerio, alcuni chilometri fuori Udine, nel comune di Pagnacco. Il luogo lo conosco bene e anche gran parte di coloro che sono lì a prepararsi al futuro ministero, infatti ho già vissuto lì come vicerettore per sette anni e vi insegno dal 1991. Ma la domanda che don Marco Eugenio mi ha posto esige una risposta che, a dire il vero, conosco e non conosco. Sul momento mi veniva da rispondergli: “Senti, per favore, vedi di farmi questa domanda almeno fra dieci anni … e forse sarò in grado di dirti qualcosa di interessante”. Ovviamente non gli ho dato questa rispostaccia e gli ho promesso che avrei scritto qualcosa per il Domenicale.
Ciò che m’era venuto in mente, tuttavia, non penso sia del tutto sbagliato. Certo conosco bene quali siano i miei compiti, me li hanno ripetuti almeno per tre volte i tre Arcivescovi che mi hanno dato quest’incarico, ma una cosa è la teoria e un’altra la vita vissuta giorno per giorno. La cosa bella è che non ho alcun dubbio che questa sia la volontà del Signore e quindi sono in pace e sono contento di farla. Spero di far contento il Signore, il resto conta poco o niente.
Al Padre Spirituale si chiedono sostanzialmente due cose: la prima consiste nel guidare ogni giorno la vita di preghiera della comunità del Seminario in tutti i suoi aspetti, liturgici e personali; la seconda è l’accompagnamento personale di quanti si preparano al Presbiterato ascoltandoli, consigliandoli perché capiscano e facciano ciò che Gesù desidera da loro. Insieme al Rettore, don Daniele Antonello, al vicerettore, don Paolo Greatti e tutti i professori. Si tratta di assicurare ai futuri pastori del Popolo di Dio una formazione spirituale adeguata. Accompagnarli ad entrare nei rispettivi Presbiterii con fiducia e consapevoli che il servizio pastorale è fruttuoso solo quando si lavora insieme, da fratelli. Porto sempre con me ciò che don Piero Primieri m’ha insegnato nei cinque anni passati assieme in Africa, e spero di riuscire a trasmetterlo a questi ragazzi, certo che da lassù mi aiuterà ancora.
Se il buon giorno si vede dal mattino ebbene, ho iniziato celebrando l’Eucaristia nel giorno della memoria liturgica di san Daniele Comboni, un dono imprevisto del Signore per questa mia nuova missione!
Il mio compito, lo so, è difficile e meraviglioso insieme, c’è da tremare e da rimanere affascinati, contemporaneamente.
Nelle cose del Signore è sempre così e vivendo questa lotta si fanno i muscoli per sostenere gli altri.
Perciò spero che anche voi, lettori de il Domenicale, che avete avuto la bontà di leggermi fin qui, ne avrete ancora un po’ per una preghiera, affinché sia fedele sempre a questa nuova e inaspettata chiamata del Signore e prosegua con fiducia finché Dio vorrà, grazie! 

Antonio Bortuzzo

 

LINK PER LEGGERE E SCARICARE L’ARTICOLO IN PDF DAL DOMENICALE: clicca qui!

Vuoi condividere questo articolo?

Facebooktwittermail