Riconoscere la chiamata

Schema pratico per aiutare i giovani a riconoscere una possibile chiamata

I. Segnali che possono manifestare una possibile vocazione sacerdotale
 
  1. Fin da bambino hai sentito il desiderio di essere sacerdote, oppure missionario o consacrato. Hai una forte sensibilità spirituale ed una grande intimità con il Signore.
  2. Nel tuo cuore c’è una grande sensibilità per sentire il messaggio del Signore come chiamata a seguirlo: per esempio un’idea nella predicazione, una lettera di un amico o di un sacerdote, una conversazione con gli altri, un libro che lascia delle domande aperte, ecc…
  3. Ti richiama molto l’attenzione l’esempio di un tuo amico, o una tua amica, che ha risposto alla chiamata di entrare in seminario o in un convento.
  4. Ti e capitato nella vita di vivere un’esperienza forte.(ad esempio la morte di un tuo caro o un incidente da cui ti sei salvato).
  5. Conduci una vita il più lontano possibile dalle tentazioni aiutandoti con la preghiera ed i sacramenti.
  6. Sei generoso con gli altri nella vita quotidiana o ti dedichi con passione ad opere di apostolato.
  7. Senti una forte attrazione per la vita spirituale: ti comunichi frequentemente e dedichi molto tempo al dialogo intimo con il Signore nella preghiera e nella meditazione.
  8. Senti in coscienza una particolare sensibilità alle ispirazioni che lo Spirito Santo suscita in te.
  9. Desideri fortemente compiere nella tua vita il progetto che il Signore ha su di te.
  10. Hai ricevuto nel tuo passato una grazia speciale in un momento preciso: un pellegrinaggio, un’esperienza missionaria, la GMG, una visita al Papa ecc…
  11. Senti fortemente il disagio per la scarsità di chiamate alla vita consacrata di cui soffre oggi la Chiesa soprattutto nel nostro paese.
  12. Vivi interiormente dei dubbi sulla vocazione e non ti senti tranquillo
 
II. Consigli per aiutarti a discernere una tua possibile vocazione alla vita consacrata
 
  1. La preghiera. È una parola molto usata e forse anche un po’ logorata in questo tempo. Della preghiera ne sono convinti tutti. Dialogo spontaneo e cordiale con il Signore, incontro di una volontà che cerca Qualcuno per ascoltare, chiedere e camminare insieme. Spesso ci si ferma alla preghiera vocale vuota e priva di calore. Spesso si pensa che con la sola recita delle Lodi o dei Vespri nella nostra giornata sia salvaguardato lo spazio per il Signore. Pochi ci insegnano a pregare con il cuore ed i sacerdoti ed i religiosi sono chiamati ad essere maestri di preghiera. Con il proprio esempio, con la propria dedizione, accompagnando. Aiutando a capire che se la preghiera non trasforma la vita, non è preghiera.
  2. La vita sacramentale. In ogni sacramento, ci insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, c’è la presenza reale di Cristo. Va da sé l’importanza di formare nella vita di ogni cristiano, e quindi di ogni giovane, una assidua e frequente vita eucaristica, sia nella ricezione frequente dell’Eucaristia, sia nell’incontro del Signore nel Tabernacolo delle nostre chiese ed oratori. Non ultimo l’incontro della misericordia del Padre nel sacramento della riconciliazione. 
  3. La Direzione Spirituale. È un capitolo importante che viene sempre più riscoperto e ripreso da molti sacerdoti. Il Signore da sempre ha chiesto nell’opera del discernimento l’aiuto di uomini e donne capaci di ascoltare, accompagnare e consigliare. Non è facile proporre una direzione spirituale efficace e profonda. Alle volte viene scambiata per una sorta di amicosità e tratto sociale. Costanza, profondità e concretezza sono i segni di un cammino autentico per il bene di ogni anima che il Signore ci affida, ed i risultati sono sempre molto positivi. 
  4. Il volontariato. Uno dei tanti nemici della consacrazione a Dio è la mancanza di orizzonti aperti: l’egoismo che inaridisce il nostro cuore da un lato fa convergere sempre su di me ogni pensiero ed ogni azione e dall’altro mi impedisce di guardarmi attorno e riconoscere nei bisogni degli altri il volto sofferente del Signore. Aprirsi agli altri e saper guardare più in là verso il bisogno volendo dare non del proprio superfluo ma qualcosa di cui veramente anch’io ho bisogno. Nella vita cristiana il voler fare bene per gli altri si chiama carità e non soltanto tempo disponibile.