Il nuovo diacono Ruwan si presenta

L’articolo scritto da don Ruwan su “Il Domenicale di san Giusto”

Sono Hetti Arachchige Predeep Ruwan Kumara, ho 29 anni e provengo dallo Sri Lanka. Sono cresciuto in un piccolo villaggio di pescatori, che si chiama Alankuda, dove vivono stabilmente poche famiglie, ma numerosi uomini vengono ogni giorno per lavorare. In questo villaggio c’è una piccola chiesa votiva, costruita dagli abitanti e dedicata a Cristo Re, dove ho vissuto le mie prime esperienze di preghiera insieme al resto della comunità.
Sono nato in una famiglia semplice, che è composta dai miei genitori e da un fratello sposato con tre figli. La mia nonna paterna è stata la prima maestra nell’imparare a scrivere e a pregare e l’esempio dei miei familiari, con i loro sacrifici e la loro fede, è stato fondamentale nel mio cammino di crescita come uomo e come cristiano. Infatti, nelle fatiche e nelle difficoltà della vita quotidiana, i miei genitori mi hanno insegnato l’importanza di mettere al primo posto l’unità e l’amore all’interno della famiglia, perché sono questi elementi che permettono all’uomo di crescere e condurre una vita vera insieme ai fratelli.
E per questo il mio primo grazie va a loro. Durante l’adolescenza studiavo, aiutavo in famiglia e frequentavo volentieri la Messa domenicale nel mio villaggio. Nel frattempo, come un seme, maturava dentro di me un desiderio di seguire Gesù Cristo nella mia vita. Così, dopo la maturità, a 18 anni mi è stato proposto da un giovane prete, una domenica in cui avevo proclamato una Lettura, di iniziare un percorso in Seminario. Allora parlai con la mia famiglia e con il mio parroco di questa intenzione e, nonostante ai miei familiari dispiacesse che mi allontanassi da casa, ho potuto cominciare a seguire questa strada che sentivo preparata per me, anche se non sapevo tutto quello mi aspettava.
Dopo alcuni anni, insieme ad altri giovani cingalesi ho lasciato il mio Paese per entrare in una comunità religiosa, che ci era stata presentata durante gli anni del Seminario, nella parrocchia di San Pasquale Baylon, dove siamo stati accolti con tanto affetto. Però, dopo un po’ di tempo ho sentito che non era la strada alla quale mi chiamava il Signore. Allora mi hanno accolto nella Fraternità dell’Amore Trinitario e ho potuto fare esperienze nelle realtà parrocchiali di San Giuseppe Sposo della B.V. Maria, di San Giacomo e, ora, di Sant’Antonio Taumaturgo. In queste comunità sono stato aiutato nella crescita umana e spirituale della mia vocazione e ho maturato il desiderio di diventare ministro di Cristo in mezzo alla gente. Ora, arrivato alla tappa fondamentale del diaconato, desidero fare alcuni ringraziamenti. Innanzitutto al nostro Vescovo, che mi ha accolto in Diocesi e che, da buon pastore, è sempre attento agli ultimi; a tutti coloro, formatori e seminaristi, che mi hanno accompagnato nel percorso del Seminario con tanto affetto, cura e dedizione; alle persone e alle famiglie che mi hanno sostenuto; a don Marco Eugenio, don Gabriele, don Manfredi e don Fortunato e agli altri sacerdoti e, in particolare, a mons. Roberto Rosa, che mi è stato accanto come un padre, condividendo con me gioie e difficoltà, accompagnandomi con tenerezza e pazienza, senza mai pretendere da me l’impossibile, ma lasciando che maturassi assecondando la mia crescita intellettuale e umana.

Qui il link per la pagina del settimanale con l’articolo e l’omelia del vescovo in occasione dell’ordinazione di don Ruwan: https://bit.ly/3GIjAvd.

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