I giovani del Gruppo Tabor ad Aquileia

di Matteo Ranieri, Gruppo Tabor

 

Le cose belle si attendono sempre con gioia e trepidazione. Il Tabor è per noi giovani non soltanto un appuntamento a cui non mancare, ma un dolce ritrovo.

 

Approfittando della pausa scolastica ci siamo recati, lunedì 8 febbraio, ad Aquileia. Per dire il vero era prevista una sosta mariana a Barbana ma le condizioni climatiche ce lo hanno impedito.

 

La giornata segnata da piogge pesanti era cominciata con la recita delle lodi mattutine nella cappella della foresteria del seminario di Castellerio. Dopo aver affidato la nostra amicizia e il buon esito della giornata a Dio ci siamo messi in moto. Ad Aquileia, dopo una sosta culinaria molto gradita a tutti i membri della comitiva, ci ha accolti il parroco mons. Michele Centomo. Entrare nella basilica di Aquileia varcando assieme la porta santa è stato un momento privilegiato di bellezza e di fede. Nelle belle spiegazioni di don Michele, ci hanno colpito due aspetti che toccano anche noi e le nostre vite: egli ha definito la liturgia e l’arte “veicoli” privilegiati della nostra fede che portano a Dio e poi ha aggiunto “siamo pellegrini non turisti”. Tornare ad Aquileia significa non tornare al passato nostalgico, bensì immergerci nel mare delle nostre radici per lasciarci plasmare della Fede che, intatta, i nostri Padri ci hanno testimoniato, versando anche il loro sangue per Gesù. Per noi del Tabor andare ad Aquileia ha significato proprio questo: ricordarci del tesoro che Ermagora, Fortunato, Cromazio, Ilario, Taziano, Tecla (…) ci hanno consegnato… Questa eredità, testimoniamola e viviamola! Definirei dunque Aquileia non un museo, ma un “cantiere del Vangelo”. Esatto un cantiere, iniziato dai martiri e che ora tocca a noi portare avanti!

 

Celebrare la messa sotto gli antichi archi della Basilica aquileiese ci ha confermato in questo! La sosta a Grado è stata per il pranzo, ma come dico sempre io, il cibo (seppure ottimo) in questi casi è solo un pretesto per stare assieme. Prima del congedo, tornati ad Castellerio, abbiamo nuovamente recitato la liturgia delle ore e meditato il messaggio quaresimale del Santo Padre. Come sempre la meditazione che emerge dal gruppo è sempre una bella perla preziosa da custodire e da serbare nel cuore. Tornato a casa, nel letto prima di chiudere gli occhi, ho ringraziato Dio anzitutto per i sacerdoti giovani che nel gruppo si mettono in gioco senza riserve, dimostrando sensibilità e attenzione nei nostri riguardi; poi per i seminaristi Alessandro e Alex che ci hanno accompagnato e infine anche per il nostro pastore Andrea Bruno che ci ha permesso di vivere questa esperienza di grazia e di edificazione spirituale. Ora il prossimo appuntamento è per domenica 6 marzo a Buja, sperando di vederci numerosi e magari con qualche nuovo arrivo… Le cose belle infatti, si attendono con gioia e trepidazione!

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