Il 25 novembre le Parrocchie in preghiera per la Giornata del Seminario 2018

Anche quest’anno la Giornata del Seminario – prevista per domenica 25 novembre, solennità di Cristo Re dell’Universo – ci aiuta a guardare con affetto e nella preghiera a questa realtà nella quale camminano i giovani che si preparano al ministero presbiterale.

Sarebbe sciocco immaginarli come sicuri della vita, esperti in ogni settore o padroni della situazione nella quale si trovano a vivere. In realtà, essi vivono un cammino di confronto con il Signore e con i fratelli per comprendere ciò che Dio chiede loro, ma senza nascondere o mortificare ciò che è proprio del loro essere uomini nel nostro tempo. Se la risposta alla vocazione è la realizzazione della santità nella propria vita, ciò non può avvenire smentendo la propria umanità, a partire dai limiti.

Scrivono i padri sinodali ai giovani alla conclusione della recente assise:

«Le nostre debolezze non vi scoraggino, le fragilità e i peccati non siano ostacolo alla vostra fiducia. La Chiesa vi è madre, non vi abbandona, è pronta ad accompagnarvi su strade nuove, sui sentieri di altura ove il vento dello Spirito soffia più forte, spazzando via le nebbie dell’indifferenza, della superficialità, dello scoraggiamento».

La coscienza del proprio limite può diventare terra feconda per lasciare che lo Spirito operi. Per questo tendere alla santità di Dio nel rispetto della propria umanità è la sfida di ogni vocazione.

Papa Francesco nell’esortazione apostolica Gaudete ed exsultate, dedicata alla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, al n. 34 ricorda che

«la santità non ti rende meno umano, perché è l’incontro della tua debolezza con la forza della grazia».

In questa giornata, pregando per i nostri seminaristi, dovremmo soprattutto proprio chiedere che siano così santi da essere veramente uomini affinché in ciò che sono e in ciò che fanno risplenda l’amore di Dio e non la propria ambizione, la grazia dello Spirito e non le ideologie di parte, la forza della Parola che risana e non le chiacchiere che inquinano.

A volte qualcuno si chiede se veramente questi giovani sanno a che cosa vanno incontro e se sono consapevoli di ciò che li attende, soprattutto di una situazione pastorale non sempre facile. Certamente è una domanda seria e motivata; tuttavia, può essere una domanda che ancora una volta li carica di aspettative più grandi di loro e soprattutto li mette nella condizione di dover accumulare competenze su competenze, cedendo all’ansia della prestazione, puntando soltanto all’efficienza. Credo che oggi si debba loro chiedere in primo luogo di essere in linea con la celebre definizione che san Paolo VI diede della Chiesa: «esperta di umanità» (Populorum progressio, 13). Quanto più saranno in grado di custodire la loro umanità, tanto più sapranno indicare ai loro fratelli la via di Dio. Anzi, saranno essi stessi segno luminoso e richiamo della presenza di Dio fra gli uomini!

Nella liturgia di quest’ultima domenica dell’anno liturgico risplende l’immagine di Cristo, «primogenito dei morti» (Ap 1,5), Colui che ha unito totalmente a sé la nostra umanità, fino a condividerne l’aspetto più drammatico, così da comunicarci la sua stessa vita, diventando il primo di molti fratelli (cfr. Rm 8,29; Col 1,15). Chi lo segue e accetta di servirlo non può non farsi prossimo agli uomini come lui si è fatto prossimo. Chi è chiamato ad essere pastore nella Chiesa non può svuotarsi della sua umanità per non risultare un funzionario, incapace di calare la perenne novità di Cristo nei solchi delle vicende degli uomini.

Pregando per il Seminario chiediamo al Signore uomini disposti a lasciare che ogni frammento del loro essere sia purificato, illuminato e rafforzato dall’azione amorosa dello Spirito per essere con la vita buona notizia di Dio per i fratelli: «il Dio della pace vi santifichi interiormente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo» (1 Ts 5,23).

 

don Loris Della Pietra

Rettore del Seminario interdiocesano “San Cromazio”

 

Vuoi condividere questo articolo?

Facebooktwittermail